I Caraibi... qualche curiosità..

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I Caraibi... qualche curiosità..

Quello dei Caraibi è un mare estremamente interessante. Si tratta di acque tropicali che, grazie all'abbraccio "caloroso" del Golfo del Messico, sono coinvolte nelle correnti che influenzano tanto i climi americani quanto quelli europei. Oltre ad essere tropicale, quello caraibico è anche uno dei quattro mari mediterranei al mondo (gli altri tre sono il Mar Mediterraneo, il Mar Mediterraneo Australasiatico e il Mar Glaciale Artico). "Mar mediterraneo", infatti, è una definizione dell'idrografia utile a classificare quei mari che bagnano più continenti. Nel caso del mare caraibico i continenti in questione sono America settentrionale e meridionale. La sua natura di mare tropicale e mediterraneo, per di più interessato dalle Correnti del Golfo, rende queste acque particolarmente calde, con una temperatura compresa tra 21 e 32,2° Celsius.

Quando si parla di "Caraibi" si pensa in genere ad un arcipelago unito magari sotto la bandiera dello "Stato dei Caraibi". Ebbene, le isole sono circa 1.500 e le bandiere 34. Si tratta di numeri flessibili, perché in realtà bisogna anche intendersi circa la definizione di "isola": volendo il numero potrebbe salire a quasi 7.000. Anche il numero di stati varia, poiché alcuni rispondono più o meno direttamente ai rispettivi governi centrali che hanno sede in Europa (Regno Unito, Paesi Bassi, Francia e Portogallo) o negli Stati Uniti. Insomma, facile dire "Caraibi": ma quali? 

Quando nel 1492 Cristoforo Colombo scoprì il Nuovo mondo, pensando erroneamente di essere giunto nelle Indie, approdò in realtà in un'isola delle Bahamas da lui ribattezzata "San Salvador". L'esploratore italiano si trovò dunque nella rigogliosa natura dei Caraibi.

Nel 1495 tutte le principale monarchie europee permisero ai propri sudditi di imbarcarsi nelle navi dirette alle Americhe. Questa generica apertura fu all'origine di un certo dilettantismo negli equipaggi, che portò le imbarcazioni ed essere preda facile dei pirati. La semplicità del saccheggio fece il marinaio bucaniere, mentre le miriadi di isole dei Caraibi rappresentavano l'ecosistema ideale per chiunque dovesse scappare, nascondersi e vivere oltre i confini della legge. Inoltre, la lontananza della madrepatria e la concorrenza tra le nazioni europee rendeva difficile la colonizzazione di queste isole e suggeriva ai singoli governanti di "appaltare" alcune pratiche di guerra ai pirati. E' così che nascono le alleanze tra associazioni di filibustieri, che trovano nell'isola di Tortuga un approdo naturale. Sotto la protezione di inglesi e francesi, questa terra diventa un covo di pirati pagati per saccheggiare le navi commerciali spagnole. Tortuga diventa di fatto un'isola la cui quotidianità è regolata dallo stile di vita dei corsari. Per controllare la situazione il governatore francese decide di trasferire sulla terra dei pirati 1.650 prostitute. Una "distrazione" che non sortisce l'effetto desiderato. Il declino dell'isola seguirà quello dei pirati, quando le potenze occidentali si accorderanno non foraggiandoli più e varando leggi di navigazione sempre più stringenti.

Nuotano, ma non sono pirati: sono gli animali di quella che è stata ribattezzata Pig Beach, appunto "isola dei maiali". Il suo nome reale è Big Major Cay ed è una delle 700 isole dell'arcipelago delle Bahamas. E' disabitata dall'uomo, ma abitata dai suini che potrebbero essere stati lasciati qui da alcuni marinai che – magari in difficoltà – avrebbero lasciato su quest'isolotto gli animali con l'intenzione di riprenderli successivamente. Quale che sia l'origine di questa colonizzazione, sono i maialini ad avere il controllo dell'isola.

Oggi l'assonanza tra "cannibale" e "Caraibi" non appare immediata, ma se parliamo di "caribelismo" tutto cambia. I conquistadores spagnoli chiamarono così l'antropofagia dei popoli autoctoni, che poi nei secoli divenne "cannibalismo". I Caraibi erano infatti abitati da diverse etnie di Carib, una popolazione con una forte propensione espansionistica ed attitudine guerriera. Quando arrivò l'europeo i Carib erano nella loro età dell'oro: erano in piena espansione grazie alle proprie capacità di navigatori e ad una dose non secondaria di violenza. Una volta sconfitta una tribù rivale uccidevano tutti i maschi, anche bambini e anziani. Tuttavia la storia tramandata è sempre quella dei vincitori spagnoli e non tutti gli storici sono concordi sull'estensione e frequenza di tali stragi. Di certo i Carib erano animisti e praticavano il "caribelismo", ossia l'antropofagia, sulla base dei propri culti e credenze. Aprivano ad esempio il cranio del proprio nemico per mangiare parte del cervello ed impossessarsi della loro conoscenza e coraggio.
Il Mare caraibico è famoso per la sua vita in superficie, tra leggende di pirati e la realtà di acque incantevoli. Eppure non tutti sanno che è anche un mare particolarmente profondo, soprattutto in alcuni tratti. Queste acque scendono nel mare più buio ed inaccessibile nella depressione delle Isole Cayman, dove si raggiunge una profondità 7.686 metri. Oltre 7,5 chilometri di abissi.

Gli abissi ospitano animali eccezionali e tra questi spicca sicuramente quello che qui è noto con il nome di Lionfish, il "pesce-leone". Il suo nome scientifico, come spesso avviene, è meno terrificante: Pterois. L'associazione con il re della foresta deriva dal suo aspetto, caratterizzato da pinne che sembra cingano una criniera intorno alla testa. L'affiancamento al felino non è però soltanto un riferimento estetico, ma anche "caratteriale". Si tratta infatti di uno dei pesci più pericolosi al mondo, poiché le sue pinne liberano un veleno che per l'uomo può essere anche mortale. Non si tratta comunque di uno squalo… né di un leone: il Pterois non attacca l'uomo, ma solo pesci più piccoli ed invertebrati. Bisogna comunque prestarvi attenzione, poiché questa specie, pur vivendo a circa 50 metri di profondità, arriva spesso anche in superficie, intorno a scogli e barriere coralline.